Diario de Marty222, 27 abr. 23

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Ver Calendario de Dieta, 27 abril 2023:
1697 kcal Grasa: 59,88g | Prot: 106,74g | Carbh: 183,11g.   Desayuno: Coop Mandorle Italiane Sgusciate, Coop Anacardi Tostati non Salati, Coop Bevanda Biologica di Soia, Pascoli Italiani Latte Proteico, Nestlé Orzoro Solubile, Coop Frollini con Malto d'orzo. Almuerzo: Sale, Carciofi Fritti, Arrosto di Pollo alla Griglia o al Forno, Basilico, Antica Fattoria Olio Extra Vergine di Oliva , Pane Integrale Tostato, Pomodori. Cena: Pane Integrale Tostato, Colfiorito Ceci Decorticati, Sale, Tonno in Olio (in Scatola). Pasa Bocas / Otros: Melinda Mela. más...

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Comentarios 
Sono dovuto risalire ad aprile per trovare una tua foto senza commenti sotto 😃 Il mio occhio, piu' che caduto, oggi si e' sfracellato sulla tua foto in costume 😃 E allora viene buono quel che ho imparato dall'incomprensibilità di alcuni ragazzini che parlavano tra di loro. Alcune parole non le capivo e ho dovuto chiedere il significato a loro e chiedere la verifica a Bard, il fratellino googole di Chat Gpt. Il verbo inglese "flex" è stato originariamente usato nel gergo del culturismo per indicare il gesto di flettere i muscoli per mettere in mostra la propria forza. In italiano, il verbo "flexare" è stato importato dal gergo del culturismo, ma si è poi diffuso in altri ambienti, come quello della musica rap e del mondo della moda. Ed ora e' slegato dalle palestre. Oggi il verbo flexare viene usato in modo più generico, per indicare qualsiasi forma di vanto o ostentazione. Bard mi ha raccontato: Il verbo "flexare" viene usato in italiano in senso figurato per indicare il gesto di vantarsi o sfoggiare qualcosa di cui si è orgogliosi, come un abito, un oggetto o una capacità. Si usa spesso in modo ironico o provocatorio. Ecco alcuni esempi di utilizzo del verbo flexare: "Oggi ho flexato la mia nuova macchina". "Ha flexato la sua ricchezza ostentando la sua villa". "Il rapper ha flexato le sue rime durante il concerto". Il verbo flexare è un termine relativamente nuovo, che si è diffuso soprattutto negli ultimi anni nel gergo informale giovanile. In particolare, il verbo flexare viene spesso usato in riferimento a oggetti costosi o di lusso, per ostentare la propria ricchezza. Ad esempio, un ragazzo potrebbe dire "Ho flexato la mia nuova Rolex" per indicare che si è vantato della sua nuova e costosa macchina. Il verbo flexare può essere usato anche in modo ironico o provocatorio, per deridere o prendere in giro qualcuno. Ad esempio, una ragazza potrebbe dire "Ha flexato la sua intelligenza" per indicare che qualcuno si è vantato in modo eccessivo delle sue capacità intellettuali. In conclusione, il verbo flexare è un termine versatile che può essere usato in diversi modi, sia in modo serio che in modo ironico o provocatorio 😃😃 
27 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Ciao Paolo pensavo fossi morto😃. Vorresti dire che anche io potrei aver flexato il mio corpo, e avevo il fine esclusivo di vantarmene? ok può essere, non ho analizzato le cause che mi hanno portata a pubblicare tale post😬. Magari avevo questa esigenza repressa, e dovevo disfarmene😃, per me il godimento a essere oggetto è altrettanto appagante, ogni tanto ne ho bisogno. 
27 ago. 23 por el miembro: Marty222
Godimento a essere oggetto. ...Stavo provando a mettermi dalla parte dell'oggetto... mi e' apparsa la sensazione che provo quando una donna prende l'iniziativa. Mi sembra di essere scippato 😃 
27 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Traducendo liberamente il tuo commento voglio interpretare le tue parole in: "Ogni tanto sento il bisogno di sentirmi oggetto; e farlo mi appaga". Stamattina mi e' capitato sott'occhio un articolo di Massimo Gramellini che pretenderebbe di risponderti. So che reggi la lunga permanenza della tua attenzione su uno scritto, e questo e' un articolo lungo per lo standard FS; e Massimo, vorrebbe tenere altro il tuo desiderio, rispondendoti nelle ultime due righe. Te lo inoltro in versione integrale, da scorrere lentamente nella sua lunghezza, così tieni l'attenzione occupata nelle tue altrettanto lunghe sedute mentre ti concedi al venir guardata 😃  
28 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
E' la risposta ad un "lettera del cuore" «𝐋’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞? 𝐈𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐦𝐢 𝐢𝐧𝐧𝐚𝐦𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐚 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐫𝐞𝐧𝐨» Di Massimo Gramellini Caro Gram, bella l’idea del Simposio come lettura estiva, ma non riuscirai a convincermi che l’amore sia la cosa più importante del mondo. Io penso che rappresenti una forma acuta di esaurimento nervoso da cui si guarisce in un paio d’anni, al massimo tre. Io non mi innamoro più da parecchio e mi sento molto più sereno, con tanti saluti a Platone! Marzio 67. / . CARO MARZIO, lascio volentieri il compito di risponderti a Socrate. Da maestro di ironia qual è, al Simposio il filosofo comincia con l’elogiare i discorsi di chi lo ha preceduto e intanto arrota i coltelli dialettici con cui li affetterà. Chi è dunque questo Eros di cui tutti parlano ma che nessuno osa definire? si domanda. L’Amore è desiderio di qualcosa di cui sentiamo la mancanza. Non è un dio, altrimenti, avendo già tutto, non desidererebbe nulla. Ma non è nemmeno un essere inconsapevole perché sa perfettamente cosa vuole. Solo che non ce l’ha, ed è proprio questo il suo, il nostro tormento. Noi amiamo ciò che non abbiamo. Poi, appena lo otteniamo, smettiamo di desiderarlo. È l’incastro impossibile, il cubo di Rubik della condizione umana. La capacità di trovare sempre nuovi stimoli e al tempo stesso di non tormentarsi nella spasmodica ricerca di un cambiamento. L’energia dell’amore - chiedono i tanti cuori abbandonati o traditi che scrivono a rubriche come la nostra - si esaurisce con la conquista oppure esiste un modo per trattenerla con noi anche in seguito? Dopo avere seminato il panico per i millenni a venire, Socrate sembra indicare una via d’uscita. Certo, afferma con un paragone, il malato ama la salute perché ne è privo. Però anche un sano può amare la salute, nel senso che desidera essere sano anche in futuro: in una dimensione temporale, cioè, in cui non lo è ancora. Perciò - dice Socrate - è possibile continuare ad amare la stessa persona nel tempo, persino dopo molti anni di convivenza. Succede quando desideri averla con te anche in futuro. Perché è sempre la tensione verso un obiettivo non ancora raggiunto a tenere in vita Eros. L’amore vive finché si fanno progetti e sogni in suo nome. Finché si coniugano i verbi al futuro. Finché coloro che si amano non smettono mai, almeno un po’, di mancarsi. Appurato questo, e non è poco, Socrate si accinge ad affrontare il nocciolo della questione amorosa: chi è Eros, l’amato o l’amante? Chi ama o chi è amato? Non so tu, caro Marzio, ma da ragazzo io ero convinto che l’amore coincidesse con l’appagamento del mio desiderio di essere amato da un’altra persona. Troppe canzoni e troppi romanzi mi avevano portato fuori strada. Finché un giorno si è aperta una porta e mi sono ritrovato nella Atene di venticinque secoli fa, alla tavola del Simposio platonico, seduto accanto a Socrate proprio mentre racconta di come sia stato iniziato ai misteri dell’amore da una donna, la sacerdotessa Diotima. Costei va subito al punto: Eros non è né bello né buono. Se infatti lo fosse, non avrebbe bisogno di esserlo, mentre noi sappiamo che l’amore è desiderio di qualcosa che ci manca. Ma non è nemmeno brutto e cattivo, altrimenti non desidererebbe essere bello e buono. Non ne sentirebbe la necessità. Riassumendo: né bello né brutto, né buono né cattivo, né divino né umano. Ma allora cos’è? Un demone, cioè un’entità intermedia che tiene insieme l’universo, mettendo in connessione lo spirito invisibile e la materia sensibile. Solo a scriverlo vengono i brividi, perché una parte di noi ha sempre saputo che l’amore è esattamente quella cosa lì. Quando ne sei pervaso, ti senti collegato con tutto ciò che ti circonda. Diotima ci mostra la carta d’identità di Eros attraverso un mito meraviglioso: Amore è stato concepito sul Monte Olimpo, lo stesso giorno di Afrodite, la dea della Bellezza, durante il banchetto allestito per il lieto evento. Sua madre è Penia (Povertà) e suo padre Poros (Risorsa). Con una mamma simile, Eros non può che essere «ispido, scalzo e senza casa», ma grazie alla natura paterna non si perde mai d’animo. Talvolta fiorisce e vive, talora muore, ma poi torna in vita. Ciò che ha lo perde, ma ciò che perde lo ritrova. Caro Marzio, adesso hai capito chi è Eros? Non l’amato, ma l’amante: colui che ama. Ne consegue che una persona non sarà mai davvero connessa con l’universo (la forma più alta di felicità) finché resterà concentrata sulla pretesa di ricevere amore dagli altri. Lo sarà quando comincerà a dare amore senza condizioni né aspettative di ricompensa. Forse bisognerebbe far girare la voce 
28 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Ho letto😃, interessante interpretazione su cosa sia Eros. Un essere intermedio, una specie di demone, nulla di preciso, che per la sua natura si mantiene costantemente in moto, desidera sempre, ottiene, perde e ritrova ciò che ha perso. Mi piace😃. Socrate da una interpretazione simile anche del sapiente. Il vero sapiente è per lui colui che sa di non sapere, e quindi non smette mai studiare, di ricercare il sapere, consapevole che non sa abbastanza, così assume un atteggiamento di umiltà nei confronti della conoscenza.  
28 ago. 23 por el miembro: Marty222
Però non capisco il collegamento con il mio bisogno di essere oggetto. Io non desidero trovare l'amore, sono come Marzio. Ma posso darmi questa spiegazione, Quando desidero essere oggetto è perché in quel momento non mi sento abbastanza bella? Può essere. Magari siamo tutti così, non ci sentiamo mai abbastanza, ci concentriamo sui nostri difetti. È positivo in base a questa interpretazione di Socrate, ottimo😃. Però ecco l'amore, che c'entra? 
28 ago. 23 por el miembro: Marty222
Le parole che "secondo me" dovevi notare erano: "chi è Eros? 𝐍𝐨𝐧 𝐥’𝐚𝐦𝐚𝐭𝐨, 𝐦𝐚 𝐥’𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞: 𝐜𝐨𝐥𝐮𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐦𝐚. Ne consegue che una persona non sarà mai davvero connessa con l’universo (la forma più alta di felicità) finché resterà concentrata sulla pretesa di 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 dagli altri" Ricevere amore, puo' essere visto anche come ricevere riconoscimento? Provo a togliere il termine amore, che potrebbe essere fuorviante, e lo sostituisco con ciò che mi godo di solito: l'intensità, mi piace cercare ma soprattutto ascoltare l'intensità. Sentire intensità. Provo a spiegarti dove io vedo delle analogie. Abbiamo parlato spesso di soggetto ed oggetto; in questo caso diventano amante ed amato, guardante e guardato, ammirante ed ammirato, io li vedo come concetti un po' simili. C'è chi si prefigge l'obiettivo di essere amato dal'altro, e chi si gode nel "sentire" l'intensità "propria" che prova frequentando l'altro. Nei mio discorso e' in gioco il sentire intensita dentro di se. Tu hai affermato che a volte hai il bisogno di sentirti oggetto che si concede all'ammirazione altrui; forse mentre l'"oggetto" cerca di ricordare se ha fissato l'appuntamento per il manicure. Io mi godo nell'ascoltare le mie sensazioni intense, anche nel guardare il tuo corpo; oltretutto senza pormi alcun obiettivo di ricambiarti il favore, magari permettendoti di goderti il mio aspetto. 😃 Gramellini usa il termine Eros, e mi viene buono per giocare con il termine. La foto del tuo corpo, che tu puoi "flexare" orgogliosamente come un oggetto di porcellana messo in mostra statica sulla credenza della nonna; beh... la foto non è un oggetto "erotico" in sé. L'eros non viene emesso dalla foto. È una riproduzione fatta di materia fredda, come il vetro delle bottiglie di coca-cola, che nella forma quel disegno vuole richiamare la sinuosità dei fianchi di una donna, ma nella sostanza rimane fatta di vetro gelido al tatto e rigido nella sostanza. Gramellini sostiene che l'eros è l'amante, non l'amato, e la sua frase può essere traslata nella frase: "l'eros non viene emesso dal tuo corpo, ma si produce dall'interpretazione di chi lo guarda". Il tuo corpo non è erotico, Marty, ma può essere "produttrice di eros" la persona che ti guardi. Tutto merito suo 😃 Praticando questo tuo "bisogno" di farti guardare, non mi stupisce che affermi di riconoscerti nell'imperturbabilità di Marzio. Può essere che a confrto di chi si gode te, tu "non senta" o "senta poco", soprattutto nel momento in cui il tuo obiettivo diventa che "sentano intensità" quelli che ti guardano. E di questo tuo bisogno che ci devo fare? Ti ringrazio 😃😃 
28 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
😃Ok Paolo, ora ho capito il collegamento con la mia foto. Mi aveva confusa il termine amore. Il mio obiettivo potrebbe essere far sentire gli altri, sicuramente, e io sento godimento a essere l'oggetto. No so in realtà di preciso, io cerco la maggior parte delle volte di perseguire l'equilibrio, mi piace e provo qualcosa sia a guardare che ad essere guardata, ho entrambe le necessità, in realtà. Quindi sì, provo piacere a essere l'oggetto e ricevere ammirazione, ma anche l'opposto. Nell'amore tra due persone è certamente una bella interpretazione, ma chi è in grado di applicarlo realmente? Secondo me già raggiungere un equilibrio può essere un traguardo. Se si ama e non siamo ricambiati ci si stanca. Siamo umani, siamo per nostra natura imperfetti. Forse soltanto l'amore incondizionato dei genitori può essere un esempio. Di niente, comunque non c'è bisogno che mi ringrazi, anche se ho soddisfatto involontariamente i tuoi desideri di vedermi in costume ma io pensavo a me😃 
28 ago. 23 por el miembro: Marty222
Eh? Desiderio di vederti in costume??? Ma tu sei proprio un genio del monopensiero 😃 Secondo te, una persona che segue una nutrizione sana, passa davanti alle pasticcerie? 😃 
29 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Non ho capito la domanda, non desideravi vedermi in costume? 😃 
29 ago. 23 por el miembro: Marty222
Ovviamente la risposta che convenzionalmente potrei dare è quella che potresti aspettarti: "Ma certo che desideravo vederti in costume". Ma la risposta più sincera che una persona possa dare è spesso: "dipende" 😃 Con calma ti riassumo da che cosa il mio desiderio dipenda, sperando di non apparirti troppo psichiatrico. Che in un libro ho trovato la seguente opinione riguardante le persone che investono molto tempo per l'autoanalisi: "la psichiatria è quella cosa che permette di investire la propria vita nel rendersi consapevoli del motivo per cui ci accadono le cose, invece che farle." 😃 Torno all'argomento "desiderio di vederti in costume", ed alla sua plausibilità. Innanzitutto mi sembra doveroso sottolineare che mi appare un azzardo logico associare il desiderio alla piacevolezza. Il desiderio secondo me normalmente è spiacevole; altrimenti, da un punto di vista logico, non si spiegherebbe il motivo per cui una persona assalita da un desiderio notevole temti di soddisfarlo il prima possibile. La soddisfazione uccide il desiderio. Se una cosa è piacevole, si dovrebbe cercare di tenerla in vita, non sopprimerla 😃 Quindi, visto che a volte tentiamo di soddisfare i nostri desideri; l'aspettativa che il desiderio sia piacevole, andrebbe rivista; e con essa anche la parte poetica del desiderio, rappresentata dai sogni. Potremmo definire il desiderio anche come: uno stratagemma molesto della natura per mettere in moto un pigro incallito e troppo sereno (per i gusti della natura). Nonostante le mie apparenze da barocco cesellatore dell'inconsistenza, ho imparato le opportunità della concretezza, Marty. Il "dipende" di cui sopra, tiene in considerazione proprio la concretezza. Ci ho messo un bel po' per sintonizzare il mio apprezzare il desiderio con la concretezza. Per farti capire meglio cosa io intenda, ti racconto che, da un punto di vista della propria presentabilità estetica, ad un ragazzino di 15 anni appare poco elegante la conseguenza che deve subire, sentirsi invitato da tutte le scosciate che incrocia; il lavoro del proprio sarto ne risente. Una quantità di energie attivate, che un quindicenne si può permettere. Sai quanti motori mentali e fisici, si mettono in moto in un ragazzino che vede una bella donna spogliata di fronte a sé? Se hai mai guardato le regate di Coppa America e l'affanno dei grinder che azionano i winch per fare finalmente veleggiare una barca, cominci a capire che cosa intendo per investimento di energie. Già verso i 18 si comincia a fare un po' di economia eneregetica, e a distinguere il concreto dall'inaffidabile, dal vago, dal fuorviante e dall'illusorio 😃 Quindi il "dipende" è tutto lì. Nel prediligere il desiderio soprattutto quando si presenta nella forma di un piacere Leopardiano. Ovvero, la sofferenza del desiderio può diventare piacevolezza, soprattutto quando si può pregustare la sua soddisfazione con un minimo di affidabilità. Questo è il motivo per cui, nella mia pigrizia, permetto al mio desiderio di attivarsi solamente con le ragazze che mi hanno dimostrato in modo inequivocabile la loro concretezza 😃 Ma in quei casi, non sento alcun bisogno di vederle in costumi striminziti, mi diventano irresistibili anche piombate in uno scafandro. Negli altri casi, che potrebbero essere quasi tutti gli altri casi, volendo riprendere la metafora del commento precedente, dipendesse da me, eviterei di passare davanti alle pasticcerie. E nel caso in cui le pasticcerie abbiano due gambe, per spostarsi lo stesso, o mi bracchino con il prodotto di un cellulare dotato di macchina fotografica; Beh, con tante inverosimili da screditare nelle mie illusioni, ho dovuto escogitare degli espedienti che hanno a che fare con il training autogeno e l'autosuggestione: "Non è Marty, sono dei pixel colorati da piccole scariche elettriche che compongono una mistificazione di apparenza del tutto inafferrabile" 😃 E secondo te, io, da pigro, quale ti ho sempre raccontato di essere, potrei desiderare tutta questa sabbia negli ingranaggi nel flusso liberto della mia pigrizia? 😃😃 
29 ago. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Ho letto😃, cavolo Paolo, un poema di risposta al possibile desiderio di vedermi in costume, meriti il premio nobel🤣🤣🤣, non me l'aspettavo. Era soltanto una domanda provocatoria, per darti un po' noia😃😃. Poi ti rispondo con calma 😃 
29 ago. 23 por el miembro: Marty222
Condivido queste riflessioni, il desiderio può non essere associato alla sensazione di piacevolezza in effetti, almeno non sempre è così. Specialmente quando desideriamo qualcosa che non possiamo avere, oppure la vediamo inarrivabile, almeno sul momento. Sembrerebbe che l'uomo, dal mio punto di vista, sia incapace di sopportare la bellezza dell'attesa. Io penso che il desiderio ci spinga, la maggior parte delle volte, a compiere azioni per il bisogno di un immediato soddisfacimento di ciò che è desiderato, nella probabile e illusoria consapevolezza che la sua soddisfazione ci appaghi, anche se non è quasi mai così. Una volta ottenuto, non desideriamo più. Ma mi chiedo, desiderio è qualcosa che possiamo veramente controllare e decidere noi quando attivarlo o meno? Possiamo decidere per chi provare desiderio? Sicuramente secondo me possiamo desiderare qualcuno, ma nel momento in cui ci rendiamo conto quel qualcuno non è raggiungibile concretamente, piuttosto disattiviamo quell'iniziale desiderio che ci poteva essere. Possiamo provare desiderio per tantissime persone diverse. Pure se fosse per me eviterei di passare davanti alle pasticcerie, perché potrei desiderare tantissimi uomini diversi. Ovviamente poi per attivarmi realmente devo vedere tutto il resto, già te l'avevo detto, devono esserci tantissime cose per farmi realmente desiderare a livello erotico qualcuno.  
30 ago. 23 por el miembro: Marty222
Il desiderio da soddisfare immediatamente è ciò che si ricerca la maggior parte delle volte, però è poco appagante. Desiderare troppo a lungo, viceversa, potrebbe spegnere il desiderio, almeno dal mio punto di vista. Anche in questo caso la cosa migliore è una via di mezzo. Ritornando alla mia foto in costume, può essere secondo me un esempio della tendenza alla ricerca di sensazioni immediate e all'incapacità di attesa. Io ovviamente provo soddisfazione a postare foto di me e ricevere complimenti, ma è un senso di piacere effimero, che poi passa subito. E spesso ricerco sensazioni immediate, anche se superflue. In realtà trovo molta più soddisfazione a farmi vedere da chi mi desidera realmente e concretamente, per questo i social in generale non mi piacciono molto.  
30 ago. 23 por el miembro: Marty222
Ti sei chiesta: 𝐌𝐚 𝐦𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨, 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐞̀ 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨? 𝐏𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐡𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨? Domande interessanti, soprattutto per uno che ha eletto il menefreghismo a prediletto compagno di scorribande per le proprie ispirazioni. Ma che domanda è? Me la dovresti spiegare meglio, perché qualcosa dentro di me mi impedisce di considerarla chiara. Ti stai ponendo l'obiettivo di poter controllare "pure" il tuo desiderio, Marty? Ho una collega in ufficio che potrebbe apparire forse più brava di te. Carina, appetitosa, accogliente. Il suo divertimento più grande è chiedere alle persone: "Quanti anni ho?". Ne ha cinquanta ma ne dimostra trenta. L'anno scorso ci aveva rivelato che non ha una storia da 25 anni. Ho fatto due calcoli molto complessi, e aveva 25 anni quando ha troncato con il fidanzato, per non averne più nessuno. Tuttavia si pone molto ben confezionata. Lei ridendo dice: "La mia bellezza è l'esame che faccio agli uomini, se cominciano a farmi complimenti sul mio aspetto fisico, so che non fanno per me". Ecco, in questa ultima frase della tizia, riesci a condividere con me un certo stupore, come se la linearità del discorso sia finita su una mina anticarro? Controllare il desiderio, orientare il desiderio... perdonami, ma non ti faccio passare la domanda come "normale". Me la spieghi meglio? Ad esempio in quella risposta che dai: "Nel momento in cui ci rendiamo conto che non possiamo desiderare qualcuno, disattiviamo il desiderio". Disattivare... non è una parolina da niente, quel disattivare, cosa hai in mente di fare, 25 anni di disattivazioni come la mia collega? Vorrei porre la domanda in modo diverso. Perché pensiamo di desiderare una persona con cui non abbiamo una sintonia? Nel tuo costruire il tuo desiderio, fai tutto tu? "L'interlocutore" non interagisce? 😃 "Controllare il desiderio"... adesso mi metto di buzzo buono e cerco di capire il motivo per cui "a me", quelle due parole insieme, stonino come una coppia di lungodegenti male assortita 😃 
01 sep. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Paolo😃 in realtà la domanda era rivolta a te. Avevi scritto le seguenti parole: "Questo è il motivo per cui, nella mia pigrizia, permetto al mio desiderio di attivarsi solamente con le ragazze che mi hanno dimostrato in modo inequivocabile la loro concretezza". Anche a me pareva assurdo parlare di poter attivare o meno il desiderio per qualcuno, per questo ti ho posto la domanda. Io se potessi vorrei controllare anche quello, ovvio😃, ma è un po' difficile da farsi. Con disattivazione del desiderio intendevo semplicemente che per tante persone possiamo provare inizialmente desiderio, e poi per svariati motivo, magari interagendo con loro, il desiderio svanisce. Certo che l'interlocutore è coinvolto, in realtà parlavo di questo. Io personalmente infatti non desidero le persone con cui non ho sintonia, piuttosto mi riduco come la tua collega 😃 
02 sep. 23 por el miembro: Marty222
Fortunosamente, in un momento di vita propria, il pc mi ha cancellato quel che stavo scrivendo. Era straordinariamente simile quel che hai scritto tu. Proseguo, e provo a seguire il tuo pensiero, stavolta riguardo alla soddisfazione immediata (nel tuo modo di scrivere ho percepito una ipotesi che tu la ritenga disdicevole); e provo a descrivere il desiderio come: un molesto impulso transitorio che induce a passare dal progetto all'azione. L'interazione con un individuo, potrebbe essere una rapida successione di micro desideri soddisfatti. La vedo di sfuggita, desidero guardarla meglio e lo faccio. Poi vorrei incrociare i suoi occhi, e capita. Poi mi piacerebbe parlarle, e fingo di inciampare sulla sua gamba. Poi mi piacerebbe che non mi mandasse a cagare, e quello dipende da lei, ma a volte non lo fa. La continua sintonia con l'altro, intesa come una rapida successione di micro-desideri corrisposti, ammazzati nella loro soddisfazione. Quindi, il problema potrebbe diventare quando il desiderio rimane troppo a lungo, o per mancanza di corresponsione, o per mancanza di palle di seguirlo. Cito spesso una teoria balzana sulla depressione che la definisce nel seguente modo: “La depressione è provocata dall'incaponimento per non riuscire ad ottenere qualcosa che si «ritiene» irrinunciabile”. Notare che la "cosa" è neutra, non è irrinunciabile, ma si pensa che lo sia. Il prodigio della liberazione dal desiderio può essere prodotto, oltre che dalla soddisfazione, anche dalla rinuncia, ad esempio quando la tua mano si appoggia casualmente sulla sua, e lui la ritragga. Per questo mi piace godermi la sintonia con una persona invece che le sue "caratteristiche di beltà", più o meno prestigiose che siano. Il micro desiderio corrisposto e dimenticato, è il mezzo per sentire la costruzione dell'intesa, permette di pregustare l'intesa che "ancora" non c'è, che si cerca, e che "a volte" la si trova. Se la sintonia non si crea, non è utile insistere, incaponirsi nel fare crescere un desiderio che potrebbe essere superato facilmente dalla dimenticanza, come nell'incrocio di una bella sconosciuta che sgambetta per lo struscio e che per ragioni tutte tue, non restituisca lo sguardo. Ma se lo restituisce... perché rispettare la sua privacy per insicurezze tutte nostre? "Scusi signorina, lei è di queste parti?"... può mettersi a ridere, ma... se finge di non accorgersi della puerile dissimulazione dell'approccio... eh beh... chi sono io per liberarla dalla mia presunta invadenza... di "mia" iniziativa? 😃  
02 sep. 23 por el miembro: PaoloAnasti
𝐈𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐨 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐚, 𝐩𝐢𝐮𝐭𝐭𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐢 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐜𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐚. Dipende dal momento cronologico in cui tu attivi la valutazione e verifichi l'esistenza di una sintonia. La sintonia innata temo sia rara, a meno che tu non faccia come alcune mie amiche che hanno trovato immediatamente la sintonia con dei compagni di classe che avevano condiviso con loro gran parte delle stesse esperienze che le avevano costruite come persona. Altrimenti temo che la sintonia vada pazientemente costruita. Un giorno mi sono ritrovato a definire la passione amorosa nel modo seguente: "L'amore è un accorgimento della natura per indurre due perfetti estranei a non potersi allontanare l'uno dall'altro, per un tempo adeguato a costruire una sintonia. Costruita quella, l'amore non è più necessario, e la coppia può stare insieme spontaneamente senza più dover ricorrere al puntello del doping chimico". Purtroppo davanti alla macchinetta del caffè non si può indagare più di tanto. Trovare la mia collega da sola è pure molto raro. Quindi su di lei mi sono rimaste un sacco di curiosità insoddisfatte. Ad esempio, carina com'è, come faccia per scovare ogni volta un pretesto credibile per continuare a bocciare candidati con curricula irreprensibili. 😃 Ma soprattutto in un anno non ho mai avuto l'occasione di inchiodarla all'angolo per costringerla a spiegare meglio un'indicazione che le era sfuggita: "E se fossi innamorata?". ... da 25 anni? E cos'è che può resistere così a lungo? Forse l'amor non consumato... l'unico che io conosca che non si consuma... Niiiiiii, curiosità mia... quasi più molesta dei miei desideri 😃 
02 sep. 23 por el miembro: PaoloAnasti
Mi hai ricordato quando qualcuno per strada mi chiede, where are you from? pensando io sia straniera, oppure, di dove sei, bella ragazza?😃. Sinceramente non ho una bella impressione, di fronte ad un approccio così immediato, e basato esclusivamente sul mio aspetto estetico 😃. Comunque riprendo la tua considerazione: "L'interazione con un individuo, potrebbe essere una rapida successione di micro desideri soddisfatti. La vedo di sfuggita, desidero guardarla meglio e lo faccio. Poi vorrei incrociare i suoi occhi, e capita. Poi mi piacerebbe parlarle, e fingo di inciampare sulla sua gamba. Poi mi piacerebbe che non mi mandasse a cagare, e quello dipende da lei, ma a volte non lo fa. La continua sintonia con l'altro, intesa come una rapida successione di micro-desideri corrisposti, ammazzati nella loro soddisfazione". Sono d'accordo, la sintonia con una persona può essere costruita attraverso la continua soddisfazione di desideri corrisposti, e nell'immediato. Il problema potrebbe essere anche da ricercarsi nella natura e nella quantità di questi desideri, e in come viene vissuto il loro soddisfacimento. Mi spiego meglio, riprendendo il tuo esempio. Un tizio mi nota per strada, mi rivolge lo sguardo e io ricambio. Mi chiede da dove vengo. Iniziamo a parlare e ci scambiamo il numero. Inizialmente sembra esserci complicità. Si parla di tutto, e iniziamo a frequentarci. Poi il tizio dopo un po'diventa assillante, vuole fare tante cose, io invece no, e allora i desideri suoi non sono più corrisposti. Quell'iniziale complicità allora inizia lentamente a svanire, e i desideri non sono più gli stessi, e pertanto non corrisposti. Ci deve essere un delicato equilibrio per costruire questa sintonia con una persona, non è affatto semplice. Non so se venga prima l'amore o la sintonia sinceramente. L'amore è un sentimento importante, sicuramente anche quello va pazientemente costruito. Secondo me la sintonia non basta però per far stare a lungo due persone insieme, e magari bastasse. Certamente l'amore dopo un po' finisce, quindi se non c'è "altro" cosa deve continuare? Dal mio punto di vista prima potrebbe venire anche la costruzione di una bellissima sintonia, poi potrebbe nascere l'amore, e infine potrebbe rimanere un volersi bene, un amore non più passionale ma può sempre una forma di amore, diversa. Hai necessità dell'altro quanto lui ha necessità di te, non ti stanchi dell'altro e continui a desiderare, vuoi il suo bene e lui vuole il tuo.  
02 sep. 23 por el miembro: Marty222

     
 

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