Diario de dietfast77, 15 nov. 17

"Alle soglie del terzo millennio, nulla sembrerebbe più lontano dalla libera ed emancipata donna d'oggi di quelle «romantiche» svenevolezze o di quegli esasperati ed esasperanti malanni. A meno che non si vogliano audacemente considerare anoressia e bulimia come nuovi segnali di un diffuso e inespresso malessere femminile. Divorando o rifiutando il cibo in forma patologica, le donne denunciano forse la «soffice» violenza della società dei consumi. Le bulimiche sono consumatrici coatte e, specularmente, le anoressiche sembrano opporsi fino alla morte proprio all'obbligo di consumare, pesante e invasivo, indotto dalle leggi non scritte dell'opulenza." (da "Una fame da morire" - Schelotto)

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e ancora : :" il bisogno, o la tragica illusione di affermare la propria autonomia rispetto alle richieste di una società di cui non si condividono nè i «valori» nè le scelte. Non c'è dubbio che l'identità femminile è ancora fortemente condizionata dall'antico conflitto tra dipendenza e autonomia. Al modello della donna forte, emancipata e sicura, continua a contrapporsi, più o meno inconsciamente, quello della donna labile, incerta, senza una personalità definita."  
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
infine: "I due poli di questo conflitto sembrerebbero molto ben rappresentati dalle manifestazioni sintomatiche di bulimia e anoressia. «L'anoressia, - dice suggestivamente William N. Davis può essere vista come una tragica caricatura della donna libera e autosufficiente». Una che non ha bisogno di nessuno: la sua unica spinta è quella di conquistare un'autonomia totale e di diventare perfetta, superiore a tutti in modo sovrumano. La bulimia, per converso, sembra impersonare, altrettanto drammaticamente, la femminilità arrendevole e oppressa. Completamente soggiogata dal bisogno imperioso di mangiare, è del tutto incapace di far prevalere la sua labile volontà. E mentre l'anoressia con il forte controllo su se stessa domina ogni tipo di necessità, la bulimia è eternamente sconfitta." (Schelotto). Mi sembrano riflessioni interessanti. 
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
lo sono in effetti...grazie per il contributo 😊 io non mi sento di condividere questa teoria in totalità, ma in contesto più ridotto si...cioè andrei più ad inquadrare queste dinamiche non tanto come ribellione verso la società quanto al proprio contesto di vissuto privato...tu che ne pensi? 
15 nov. 17 por el miembro: Simo1505
quindi non è più colpa delle madri??!!! Evvai  
15 nov. 17 por el miembro: MPaola67
Paola proprio del controverso rapporto madre figlia si incentra questo libro, diviso in 2 parti, la prima parte la malattia raccontata dalla prospettiva della figlia e la seconda dalla quella della madre. Troppo in fretta hai esultato😂 
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
Simo, io credo non ci sia un'unica chiave di lettura nei disturbi alimentari, c'è chi è più vulnerabile alla pressione della società e chi ai rapporti familiari. Senza parlare della mia esperienza, trasversalmente il bisogno di crearsi un microcosmo protettivo, credo sia l'aspetto che accomuna questi disturbi. Tanto che "ana e mia" sono definite quasi come entità  
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
Lo credo anche io...ci sono così tanti fattori che è impossibile dare una spiegazione o una lettura mirata...io mi sono accorta di quanto ci fossero si fattori costanti tra ragazze con il disturbo, ma anche di quante fossero le differenze sia nel vissuto che nell'esternazione...alla base credo ci sia il fattore perfezionismo a predisporre terreno per questo tipo di affezione, ma è un discorso immenso da affrontare... 
15 nov. 17 por el miembro: Simo1505
Simo ed anche di autocontrollo, sentendo di non poter controllare il non controllabile (eventi esterni), ci si autoregola con una certa rigidità in ciò che è controllabile, es gestione dell'alimentazione 
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
ecco lo sapevo... sempre colpa nostra uffffa  
15 nov. 17 por el miembro: MPaola67
concordo anche su questo Dietfast... ahah Paola ma no...poi io sono giunta al punto per cui trovare il colpevole è inutile e non serve a nessuno se non a rafforzare il circolo dei sensi di colpa... 
15 nov. 17 por el miembro: Simo1505
alla fine del libro comunque si scopre, essere "colpevole" la nonna🤣 quale origine degli schemi che la madre ha poi trasmesso alla figlia 
15 nov. 17 por el miembro: dietfast77
nonna=mamma.... @simo sono d'accordo, cercare il colpevole in certe situazioni è un dispendio di energie inutile, possiamo fare di meglio!!!! 😘😘 
15 nov. 17 por el miembro: MPaola67

     
 

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